Martedì 19 giugno, ad aprire il dibattito intorno alla prossima XXII Triennale di Milano, Broken Nature – A public Symposium a cura di Paola Antonelli, curatrice del Dipartimento di architettura e design del MoMA di New York, direttrice Ricerca e Sviluppo dello stesso museo e a capo del team curatoriale della XXII Triennale.
Partendo da domande semplici ma, in particolar modo in questo periodo storico, più urgenti che mai come ad esempio: come possono designer, scienziati, politici e studiosi aiutare i cittadini ad affrontare in modo costruttivo i problemi più urgenti legati all’ambiente naturale e sociale? Oppure, come possono incoraggiare le persone a distogliere l’attenzione dalle preoccupazioni personali, private e immediate e far confluire le iniziative individuali in una prospettiva collettiva, sistemica e di lungo termine? E ancora, quali strategie possono mettere in atto i designer, gli architetti e gli scienziati per modificare in maniera tangibile il mondo che gli umani abitano e contribuiscono a formare?
Ha aperto il simposio, suddiviso nelle quattro sezioni “Design ricostituente”, “Pragmatismo magico”, “Sistemi complessi” e “Prospettive a lungo termine”, Stefano Boeri, neopresidente della Triennale che ha fatto riferimento alla technosphere, condizione della nostra epoca, ponendo la questione di cosa e come possiamo dare indietro alla sfera naturale di quello che le abbiamo rubato e di come ripensare la tecnologia e la natura. L’incontro ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori che operano in vari campi.