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Vertical Forest ispirazioni bosco verticale | #due

ispirazioni bosco verticale
#due

L’idea di costruire una torre completamente circondata da alberi nasce agli inizi del 2007 a Dubai – una delle culle del nuovo capitalismo petrolifero e finanziario – dove seguivo come direttore di “Domus” la frenetica costruzione di una città nel deserto fatta di decine di nuove torri e grattacieli.
Tutti rivestiti di vetro o di ceramica o di metallo.
Tutti riflettenti la luce solare e dunque generatori di calore: nell’aria e soprattutto sul suolo urbano, abitato dai pedoni. In quel periodo insegnavo alla Graduate School of Design di Harvard e la rivista della Scuola (“Harvard Design Magazine” 1) aveva pubblicato una ricerca di Alehandro Zaera Polo che spiegava come il 94% degli edifici alti costruiti nel mondo dopo il 2000 fossero rivestiti in vetro. Pelli vetrate e minerali in una città sempre più artificiale e minerale.  In quei mesi stavo iniziando il progetto di due torri alte nel centro di Milano e di colpo – le idee più radicali e bizzarre arrivano senza preavviso – mi venne in mente di realizzare due torri biologiche; due torri rivestite non di vetro, ma di foglie. Foglie di piante, di arbusti, ma soprattutto foglie di alberi. Due torri rivestite di vita.
Per convincere i miei clienti – il branch italiano di una multinazionale americana del real estate – chiesi a un amico giornalista di pubblicare su un quotidiano italiano un’immagine con le due torri alberate e con un titolo convincente: “a Milano nascerà la prima torre biologica e sostenibile”.

In effetti, la promessa di questi due edifici alti 111 e 78 metri era di ridurre fortemente i consumi energetici grazie al filtro che una facciata di foglie esercita sulla luce solare e al microclima che si crea nei balconi, che riduce di circa 3 gradi la differenza di temperatura tra l’interno degli appartamenti e l’esterno. Aggiungevo in quell’articolo – che ebbe un tale successo da spingere i miei clienti a prendere sul serio quella “bizzarria” – che le foglie degli alberi avrebbero assorbito, oltre all’anidride carbonica, le polveri sottili del traffico urbano e così avrebbero contribuito a pulire l’aria di Milano, oltre a produrre a loro volta ossigeno.
Nei mesi seguenti, con gli architetti del mio studio 2 scrivemmo un “Manifesto del Bosco Verticale” che promuoveva l’idea di un’architettura viva e sostenibile, che avrebbe ridotto i consumi e dunque l’impatto antropico sull’ambiente. L’aspetto veramente rivoluzionario del progetto non era ovviamente la presenza di piante e arbusti sui balconi; ma l’idea di ospitare quasi 700 alberi alti dai 3 ai 9 metri lungo il chilometro e 700 metri di vasi che perimetravano i balconi delle due torri. Era la proposta di avere due alberi per ogni abitante delle due torri. Per un totale di 20.000 piante (5.000 arbusti e 15.000 rampicanti e piante perenni).
Era l’idea di costruire una Torre per gli alberi – che ospitava, anche, degli umani.