“Sono i più bravi, i più conosciuti, i più premiati: sono gli architetti italiani che hanno fatto la storia della creatività contemporanea italiana”.
Un articolo che racconta alcuni tra i poliedrici personaggi che hanno contribuito a influenzare in tutto il mondo visioni e poetiche, soluzioni architettoniche e creative. Confermano l’Italia come culla di grandi artisti e designer: da Aldo Rossi a Stefano Boeri, i personaggi che hanno saputo interpretare spazio e design, ma anche società e territorio, nei modi più originali, sfidando le logiche contemporanee e spingendo i limti.
“Gli architetti italiani rappresentano il genio italico nella sua migliore accezione: un vulcano di creatività incastonato in una mente pratica e meticolosa. Il loro valore, riconosciuto a livello universale, ha fatto sì che potessero esportare la bellezza italiana in giro per il mondo, liberandoci anche un po’ dallo stereotipo ingombrante della bellezza classica italiana”.
L’articolo di Snapitaly dedica un omaggio alla classe creativa italiana ricordando sei menti geniali. Aldo Rossi, Maestro del ‘900, ha saputo leggere e raccontare la città come somma di tutte le epoche, dalla caffettiera La Conica disegnata per Alessi all’emblema metafisico della Biennale del 1979, il Teatro del Mondo. Un architetto Stefano Boeri, Presidente della Triennale di Milano, ha rivoluzionato la ricerca contemporanea con il Bosco Verticale – prototipo di un’architettura che accoglie la natura come elemento costituente di essa – e con il progetto sulla Forestazione Urbana in cui immagina architettura, urbanistica e politiche di gestione del territorio determinate ad impiegare gli elementi naturali per contrastare il cambiamento climatico. Gae Aulenti, signora italiana dell’architettura, autrice di meravigliosi allestimenti e restauri tra cui il Musée d’Orsay a Parigi e le Scuderie del Quirinale a Roma, sostenitrice di un design che dialoga con l’ambiente e genera il progetto, mantenendo sempre un rapporto viscerale sia con i valori dell’architettura del passato che con il contesto, seppur adottando sempre un linguaggio originale. Ettore Sottsass, personaggio unico, architetto e sperimentatore. Definisce un percorso radicale tra architettura, arti visive e artigianlità; architetto ed esploratore della materia, inerpreta il design come espressione di critica sociale. Fu fondatore del gruppo postmodernista Memphis con cui fece emergere il carattere controtendenza che più lo rappresentava, non minimalista e patinato come l’aria che al tempo si respirava. Massimiliano Fuksas, architetto geniale e controverso, allineato con le tendenze decostruttiviste, che opera sempre in posizione di distacco rispetto al contesto. Fu allievo di Bruno Zevi da cui ereditò il gesto irruento che crea il progetto e il non finito. Renzo Piano, l’architetto italiano per eccellenza. Autore di un’architettura definita dalla sua infinita curiosità, che adotta linguaggi e repertori sempre differenti e ispirati da un’attenta lettura del contesto. Dal dissacrante progetto del Centres Georges Pompidou di Parigi al Centro Culturale Tjibaou in Nuova Caledonia, l’architetto genovese ha saputo proporre tanti stili seppur con la stessa brillante creatività ed ingegno costruttivo.
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