Dal poeta dialettale romano Trilussa a Bertolt Brecht, da Alda Merini al Bosco Verticale.
Una rassegna pubblicata da Risonanze racconta il rapporto – essenziale e a tratti alterato – tra alberi e uomini ripercorrendo le parole e i progetti che ne hanno raccontato forza e debolezza.
L’albero rappresenta nei tempi la costante del dialogo con la natura: Trilussa ne fa un monito all’uomo che ha perso i contatti con il mondo naturale, dando troppo spazio al mondo artificioso; Brecht ne fa simbolo di speranza in una poesia che fotografa un albero in Karlsplatz durante la guerra; Alda Merini ne fa elemento onirico; Ludovico Einaudi ne canta la primavera; Friedensreich Hundertwasser sottolinea che gli alberi sono nostri fratelli nel percorso evolutivo dell’universo, nonostante la sua architettura differenzi gli elementi verticali come quelli legati all’uomo e quelli orizzontali connessi alla natura; il Bosco Verticale propone un’architettura che integra gli elementi naturali come fondamentali e non ornamentali, componendo inoltre il ben più ampio quadro della Forestazione Urbana che ci spinge a ripensare lo spazio urbano, non più nettamente separato dalla natura.
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