Su L’Espresso un articolo che racconta la mostra straordinaria “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche” – promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa – come occasione di restituzione alla città di una delle realtà più suggestive della storia romana, unendo epoche storiche e personaggi differenti, e permettendo a tutti i visitatori di scendere nel cuore della Villa neroniana tramite un nuovo accesso ed una passerella pedonale permanente disegnati ad hoc dallo studio Stefano Boeri Architetti. Il percorso guidato avvicina il visitatore all’esperienza di Raffaello Sanzio di immersione nelle profondità di Colle Oppio, per una progressiva scoperta delle stratificazioni della storia e della bellezza degli ambienti ipogei, potendo ammirare, durante la discesa graduale, le volte originarie soprastanti e l’impronta delle strutture termali traianee.
È l’ultimo ventennio del quindicesimo secolo quando Raffaello Sanzio – in compagnia di Pinturicchio, Filippino Lippi, Signorelli e Giovanni da Udine – passeggia nelle misteriose gallerie affrescate di una Domus Aurea non ancora portata alla luce, sepolta da secoli di damnatio memoriae neroniane, sabbia e costruzioni traianee. Un dedalo composto da centinaia di ambienti che, in occasione dell’anniversario della morte del pittore e architetto urbinate, ospitano la mostra curata da Vincenzo Farinella con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, all’interno della Sala Ottagona e dei cinque ambienti ad essa adiacenti.
Per leggere l’intero articolo, consultare il numero di l’Espresso di domenica 1 marzo 2020.