Su Le Monde un articolo di Cécile Peltier che racconta le proposte e gli ideali dell’architetto Stefano Boeri in vista di una ripresa a seguito della pandemia di Covid-19, le cui conseguenze riportano alla luce la necessità di ripensare la città ed il suo stretto legame con la natura.
Le metropoli esistenti e di nuova costruzione si propongono come vettori nello sviluppo di corridoi ecologici planetari per combattere gli effetti del riscaldamento globale, che minaccia di rendere invivibili i grandi centri urbani. Un esempio ne è la Smart Forest City di Cancun, disegnata da Stefano Boeri Architetti ed ideata rivedendo il rapporto dell’essere umano con la natura per considerarlo non più in termini di sfruttamento ma di nuova alleanza.
La Città Foresta, infatti, è pensata come un insediamento autosufficiente sia dal punto di vista energetico che alimentare ed è pianificata per ospitare fino a 130 mila abitanti, accogliendo al suo interno 362 ettari di superfici vegetali e 120 mila piante appartenenti a 350 specie differenti. La natura, non più imprigionata, rende possibile un cambio di paradigma e di prospettiva, conciliando le esigenze abitative umane alla presenza degli alberi, così come avviene nei Boschi Verticali di Milano, Eindhoven e Tirana.
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