24 febbraio 2017
Partire da una fotografia per riflettere sui concetti di “casa” e “spazio comune”. Risponde l’architetto Stefano Boeri per il magazine Lampoon. Lo scatto lo ritrae in casa sua, ai piedi di un divano bianco, circondato dal team del suo studio Stefano Boeri Architetti: Francesca Cesa Bianchi, Pietro Chiodi, Marco Giorgio, Giada Testa, Ornella Ceresa, Corrado Longo.
Il pensiero di Stefano Boeri sulla casa è poco più lungo e non meno poetico di un haiku: «Torno a casa sempre quando penso a Milano. Penso a Milano quando guardo ogni altra città. Dentro Milano ho la mia casa. Una casa che a volte, improvvisamente, diventa città». La sua definizione di spazio comune: «Uno spazio è pubblico, o è comune, quando quello che vi accade è imprevedibile. Un mercato, un furto, una scena d’amore, un corteo, una preghiera collettiva, un incidente, un incontro: nelle piazze delle città italiane tutto può accadere. Lo spazio comune è una piazza aperta alle infinite possibilità del mondo». Alle sue spalle. «Un dipinto bellissimo di un amico pittore scomparso: Ettore Sguera». Una nota sul sito del pittore riporta che era influenzato dalla teoria cromatica di Goethe, secondo cui il rosso era la più alta manifestazione di colore.