Su Il Foglio un articolo che, tramite le parole dell’architetto Stefano Boeri, permette di ripensare il concetto di intensità, in una Milano che cambia, in direzione di un nuovo rapporto tra campagna e natura. Il capoluogo lombardo, fortemente colpito dalla pandemia di Covid-19, si obbliga a fare uno sforzo di pensiero legato al “dopo”, alla ricerca di una rinascita di azioni ed eventi che la allontanino dal rischio di depressione e che la conducano verso una fase in cui la centralità lascerà spazio alla valorizzazione delle campagne e dei piccoli centri, definiti dalla lentezza nella mobilità dei corpi e insieme uno scambio sempre più veloce delle idee e delle emozioni.
Un’idea più ampia, invece, riguarda anche il concetto di dispersione territoriale, da gestire come un’occasione per ripensare le dimensioni urbane, connettendo tutte le quattordici metropoli con i centri minori ed i borghi abbandonati dell’Appennino, mettendo le grandi città in rapporto con i luoghi non centrali, perché se ne prendano cura come per adottarne la fragilità e la memoria.
Per leggere l’intero articolo, consultare il numero de Il Foglio di venerdì 10 aprile 2020.