Stefano Boeri è stato invitato come guest critic al workshop internazionale presso la IE School of Architecture and Design di Segovia in Spagna.
In questa occasione all’Architetto è stata posta la domanda alla quale i partecipanti del workshop hanno cercato di rispondere – quali sono le maggiori sfide che l’architettura deve affrontare oggi? Quali sono gli ambiti con cui l’architettura contemporanea è obbligata a confrontarsi?
“Penso che abbiamo fatto molto in termini di utilizzo delle energie rinnovabili all’interno della nostra professione, quello che ci siamo persi, quello che non abbiamo considerato abbastanza è immaginare come la natura vivente possa diventare parte delle nostre proposte di pianificazione urbana. Oltre all’utilizzo di energie rinnovabili, c’è un altro aspetto molto importante, il rilascio di CO2 nell’atmosfera, perché quella presenza, prodotta a 75% dalle città, causa il riscaldamento globale del pianeta, l’innalzamento del livello del mare e altri fenomeni tragici che stanno accadendo. Ed è per questo che noi come i costruttori delle città dobbiamo considerare che se fossimo in grado di spostare più foreste, alberi e piante all’interno delle città, sarebbero in grado di assorbire il 40% di quelle emissioni inquinanti prodotte dalle città, potremmo davvero fermare e persino invertire il cambiamento climatico. In questo modo decidiamo di combattere il nemico sul suo campo, spostando le foreste nelle città, perché il nemico sta nelle città. Una strategia super efficiente è la ragione della creazione della serie di Boschi Verticali che stiamo progettando in tutto il mondo, da qui l’idea delle Forest Cities che stiamo sviluppando in Cina, ad esempio. Molti progetti, sviluppati non solo dal nostro studio, ma anche da altri architetti, si fondano sul principio di creare all’interno delle città un sistema lineare che integri allo stesso tempo infrastrutture verdi e blu: quindi sistemi energetici, sistemi di trasporto pubblico e sistemi verdi.
Oggi un architetto non può evitare di affrontare il problema del cambiamento climatico, è necessario sviluppare un atteggiamento diverso nei confronti dell’architettura, che concepisca insieme la natura vivente e l’architettura, come facciamo noi. Credo che sia una delle risposte migliori”.