“Una moltitudine di linee ferroviarie che solcano il paesaggio naturale e urbano, come se fossero scie di comete di polvere e gas” – in questa chiave metaforica e raffinata l’architetto americano John Hejduk sottolinea l’importanza delle infrastrutture di trasporto nella vita di Milano nel suo articolo del 1987. Oggi circa 130 ettari del territorio della città sono occupati da sette cantieri ferroviari abbandonati; infatti il workshop internazionale “Scali Milano” immaginava le possibili modalità di conversione di queste aree, che attualmente costituiscono un’interruzione del tessuto urbano.
La configurazione degli scali ferroviari forma un sistema di enclavi staccate dal contesto urbano, non solo funzionalmente, ma anche dal punto di vista del loro sviluppo. Per molti anni i cantieri dismessi sono stati oggetto di concorsi di architettura e di progetti urbanistici fino a quando il Comune di Milano nel 2017 ha finalmente deciso, in collaborazione con Railway Company Urban Systems, di avviare una concorso internazionale di idee. Il workshop ha visto protagonisti cinque team multidisciplinari guidati da Cino Zucchi Architetti, MAD Architects, Mecanoo, Miralles Tagliabue EMBT e Stefano Boeri Architetti. Le proposte progettuali si sono ispirate ai 5 principi fondamentali del futuro sviluppo degli scali, definiti durante le discussioni pubbliche: Connecting City, Living City, City of Culture , Green City, City of the resources.
Fiume Verde è un concept proposto da Stefano Boeri Architetti e sviluppato in collaborazione con Arup, Quinzii Terna Architecture, MIC Mobility in Chain e Laura Gatti Studio. È un sistema ecologico unico per infrastrutture ed energia, ispirato all’idea di protezione dell’ambiente. Il Fiume Verde è un tassello della campagna globale per la Forestazione Urbana, basata su un nuovo modello di sviluppo, in cui la natura è protagonista dell’habitat urbano insieme ad altre specie viventi e agli esseri umani.