21 febbario 2017
Tirana, capitale dell’Albania, sta per cambiare, all’insegna della vivibilità e della sostenibilità. E diventa un esempio per tutte le metropoli.
Focus intervista Stefano Boeri sul nuovo piano regolatore di Tirana, con cui lo studio Stefano Boeri Architetti di Milano, insieme al team di olandesi di Unlab e Ind, sta per dare un volto moderno alla città albanese. C’è gran fermento per il nuovo progetto della capitale albanese, uscita dalla dittatura comunista degli Anni Novanta e che ha attraversato un decennio di anarchia politica e architettonica fino al 2000. Poi grazie agli interventi del nuovo sindaco Edi Rama, 36enne già ministro della Cultura e artista affermato a Parigi, le cose iniziano a cambiare. Immediata la pulizia del fiume dagli edifici abusivi. E poi Rama colora la città, trasformando il volto dei palazzoni grigi e squadrati ereditati dal regime comunista. Dalle critiche iniziali si passa al consenso dei cittadini, che cominciano a partecipare alla scelta dei colori del loro quartiere. «Un’iniziativa semplice che diventa un fattore di rinascita», sottolinea l’architetto Stefano Boeri, che spiega il passo successivo: la foresta orbitale.
La proposta vincente del team italo-olandese è all’insegna del green e della vivibilità: «Innanzitutto vogliamo bloccare lo sviluppo folle della città ai suoi confini attuali, e lo facciamo realizzando un bosco orbitale con 2 milioni di nuovi alberi che ne segna il confine», spiega Boeri. In sostanza, una fascia verde continua, di forma irregolare, che circonda il centro abitato. Al di là di essa non si potrà costruire. «Poi prevediamo la realizzazione di due anelli verdi nella parte centrale, ciclabili e pedonali, e cerchiamo di recuperare parte del terreno urbanizzato per destinarlo a verde e ai servizi pubblici, che oggi mancano completamente. Per esempio proponiamo la realizzazione di venti nuove scuole, che però siano aperte tutto il giorno e offrano anche servizi per il quartiere».
Si tratta insomma di riorganizzare gli spazi mantenendo ciò che di buono l’architettura della città presenta. «Tirana è incredibile dal punto di vista dei pezzi di storia del ‘900 che si sono mescolati nella città», prosegue Boeri. Infrastrutture e verde sono in equilibrio nella visione di Boeri della moderna metropoli, in cui si devono trovare diversi equilibri: tra passato e futuro, tra centro urbano e campagne e anche tra uomini e natura. «Noi siamo molto attenti a questo ultimo punto. Non si tratta solo di moltiplicare le zone verdi, che nel caso di Tirana saranno triplicate, ma anche di ritrovare un rapporto con la natura in generale (…) Con il nostro piano abbiamo proposto la creazione di un’ampia oasi naturalistica a sud della città, intorno al lago Farka, dove l’uomo non sia in conflitto con le altre specie». Ecco che prende forma il quadro generale per una città del XXI secolo. Non solo a Tirana. È un modello che si può esportare anche in altre città. «Per esempio, ho collaborato con Parigi, che ha un progetto molto ambizioso, anche guardando alla sua candidatura per le Olimpiadi del 2024: aumentare del 20% le superfici vegetali entro il 2020 sfruttando i tetti degli edifici», sottolinea Boeri. «Stiamo lavorando nella stessa ottica a San Marino, cioè su sviluppo, sostenibilità e attenzione alla cultura. Stiamo poi portando l’idea del Bosco Verticale che abbiamo realizzato a Milano in diverse città della Cina e anche a Losanna, in Svizzera».