Progetto
Stefano Boeri Architetti
Anno
2022- In corso
Luogo
Cremona, Italia
Cliente
Findonati
Tipologia
Architettura, Riqualificazione architettonica
Servizi
Visione, Progetto preliminare, Progetto definitivo, Permesso di costruire, Progetto esecutivo, Direzione artistica
Stefano Boeri Architetti
Founding Partner: Stefano Boeri
Director: Marco Giorgio
Project Leader: Francesca Lina Pincella
Design team: Giacomo Calistri, Sofia Huang, Daniele Barillari
Consulenti
Progettazione strutturale: ing. Claudio Brabilla
Il progetto di Stefano Boeri Architetti per la riqualificazione dell’ex Banca d’Italia di Cremona, prevede la rigenerazione dell’edificio storico, costruito negli anni ‘50 su progetto di Luigi Vagnetti, e poi dismesso nel 2009. L’architettura, in affaccio su Piazza Stradivari, richiama le architetture delle Banche d’Italia del periodo e rievoca l’immagine di una fortezza, chiusa e introversa; costituisce oggi una quinta fondamentale all’assetto della Piazza oltre ad essere particolarmente riconoscibile all’interno del contesto urbano. Ormai spoglio dalla funzione che ricopriva, l’edificio manca oggi di un rapporto diretto con la città e di una reale connessione con lo spazio pubblico.
Per questa ragione, i principi progettuali su cui si basa l’intervento progettuale, vedono da un lato una riqualificazione che tenga conto del valore delle preesistenze, nel pieno rispetto del loro carattere fortemente consolidato, e dall’altro l’efficientamento energetico della struttura e la sua riconnessione con la città, grazie alla creazione di una corte verde all’interno, e all’utilizzo del porticato, all’esterno, per funzioni collettive – aprendo letteralmente l’edificio all’interazione tra la città.
Come unica demolizione il progetto prevede l’abbattimento del volume interno alla corte, dove originariamente erano situati gli sportelli degli uffici di credito e la grande sala d’attesa per i clienti accessibile da via Verdi; in questo modo, il progetto permette di liberare l’originale impianto a C dell’edificio e, oltre a ridurre a zero il consumo di suolo, rende permeabile un’area precedentemente coperta, trasformando un’ampia superficie in vera e propria corte interna aperta.
Il complesso era articolato su quattro piani fuori terra, con un piano di soffitte in copertura, oltre a un livello seminterrato e uno interrato dove trovavano collocazione il caveau ed il sotto-caveau della Banca. Mantenendo invariata la massima altezza di colmo e intervenendo solo sull’inclinazione della copertura a falde, il progetto ricava un ulteriore piano abitabile, per un totale di cinque piani fuori terra, di cui quattro vengono adibiti a residenza libera. Il layout degli ambienti interni è ripensato con lo scopo di ottenere quattro/cinque appartamenti per piano, tutti dotati di un doppio affaccio sull’esterno e sulla corte interna. Per quanto riguarda il piano terra, invece, la soluzione progettuale propone di chiudere con vetrate il porticato, che di fatto costituisce il punto di contatto tra l’edificio e la Piazza Stradivari e che nel tempo ha perso la sua funzione di ingresso monumentale, in modo da sfruttarne la potenzialità per attività pubbliche e semi-pubbliche e come spazio fruibile dalla città. Allo stesso livello, gli ambienti disponibili alle estremità della planimetria a corte vengono in parte destinati ad attività comuni.
A delimitazione dell’edificio attuale, sulla sommità, un imponente cornicione di copertura corona tutte le facciate e descrive il perimetro della copertura a falda. Il progetto propone il mantenimento della loggia attuale e del cornicione che la sormonta, ma prevede il ridisegno della geometria della falda esistente attraverso l’inserimento di sistemi di schermatura delle terrazze, nell’ottica di una complessiva conservazione dell’immagine dell’edificio nella sua solidità e integrità. Inoltre il progetto di copertura prevede di rivestirne la superficie con pannelli fotovoltaici il cui colore è stato appositamente campionato a partire dalle pre-esistenze del contesto, sempre per favorire l’integrazione all’interno del centro storico. Allo stesso tempo, la superficie fotovoltaica è in grado di coprire il 50%del fabbisogno energetico dell’edificio, nell’ottica dell’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale. Lo stesso approccio viene adottato per le facciate esterne, originariamente rivestite da lastre di grandi dimensioni in pietra rosa, che vengono interamente conservate; sui prospetti esterni gli interventi prevedono la valorizzazione della verticalità delle bucature e delle strombature che ornano le finestre esistenti.
I prospetti interni, invece, vengono ripensati per accogliere nuovi spazi aperti, logge e terrazze: una nuova e leggera struttura metallica disegna una trama di pieni e di vuoti, garantendo un elevato apporto di illuminazione naturale degli spazi interni e valorizzando nello stesso tempo il legame visivo tra interno ed esterno dell’edificio. Le nuove terrazze, così come le logge, poi, grazie a un sistema di vasi lineari continui, apposite fioriere e vasche integrate alla facciata, ospitano arbusti e rampicanti di vario tipo, in diretta relazione con la nuova corte interna verde.
La componente vegetale in questo caso funge da filtro tra l’interno e l’esterno: da un lato connota lo spazio della corte, dall’altro è visibile anche dalle vie laterali, con i vantaggi di carattere estetico ed ambientale che comporta per tutta l’area. In particolare, funge da barriera acustica, regola il microclima nella corte, implementa la biodiversità locale e, insieme al sistema di schermatura fisso creato dai balconi, riduce i fenomeni di abbagliamento e l’effetto “isola di calore”.
Nel complesso, l’intervento di Stefano Boeri Architetti, in linea con l’approccio progettuale dello studio e le precedenti esperienze di riqualificazione architettonica e urbana, si pone l’obiettivo di dare all’edificio dell’ex Banca d’Italia a Cremona un valore aggiunto, sia di carattere funzionale che ambientale, a partire dai principi di riduzione del consumo di suolo, riqualificazione del costruito, adeguamento energetico e valorizzazione del suo rapporto con il contesto. Mantenendo un forte rapporto con la preesistenza storica, il progetto ne conserva l’aspetto formale esterno, aprendo nella corte interna la rivisitazione delle facciate, in chiave contemporanea.