Progetto
Boeri Studio
Luogo
Milano, Italia
Anno
2008
Cliente
FC internazionale Milano S.p.A.
Tipologia
Stadio
Servizi
Studio di fattibilità
Gruppo di progetto Stefano Boeri (founding partner), Marco Brega (coordinatore), Susanna Loddo, Frederic de Smet, Daniele Barillari, Corrado Longa, Maria Chiara Pastore, Francesca Cesa Bianchi
Su incarico della società calcistica F.C. Internazionale di studiare la possibilità di realizzare un nuovo stadio di proprietà, lo Studio di Fattibilità sviluppato da Boeri Studio ha verificato la possibilità di insediamento del complesso in quattro aree strategiche della cintura periurbana di Milano dalle caratteristiche simili: Rho-Pero, Rozzano, Sesto San Giovanni e Bovisa. Su quest’ultima si è poi sviluppato la versione progettuale più avanzata.
Storico quartiere a nord di Milano dalle radici operaie, la Bovisa è stata forse la parte di città maggiormente soggetta negli ultimi due decenni a massicce trasformazioni, legate alla riconversione post-industriale. La matrice popolare del luogo ne ha da sempre legato i sentimenti anche a quelli del calcio cittadino. Il grande allenatore Osvaldo Bagnoli, per esempio, è stato soprannominato “Uomo della Bovisa” esattamente per sottolinearne il carattere di “operaio del calcio”, simbolo di un territorio dove il tifo si respirava a ogni angolo. Boeri Studio ha immaginato così proprio la Bovisa come il luogo ideale per intercettare le due dinamiche qui innestatesi: lo storico legame con il calcio e una nuova vitalità urbana. Ne è scaturita l’idea di una struttura flessibile di ultima generazione, distribuita su un totale di circa 30.000 mq e capace di ospitare 65.000 spettatori durante le partite calcistiche, ma anche di fornire gli spazi e le funzioni di supporto all’organizzazione di fiere, mostre, convegni e concerti.
Connotato dunque dalla forte carica innovativa, lo stadio della Bovisa è stato sviluppato in funzione di un’attività poliedrica e continua, arricchita da spazi commerciali integrati e strutture ricettive. In tutto l’area considerata dall’intervento si estende su una superficie pari a 470.000 mq, dotata di condizioni privilegiate di viabilità, grazie all’accesso diretto dall’autostrada A4 (in particolare mediante l’ingresso Milano – Ghisolfa e Milano – Pero), nonché dalla presenza della stazione ferroviaria Bovisa appartenente alla linea delle Ferrovie Nord Milano, direttamente collegata con la stazione Centrale (la principale della città) e con le stazioni Garibaldi, Cadorna e Lambrate. Ai collegamenti infrastrutturali si aggiunge il nodo strategico della fermata Bovisa del passante ferroviario: linea metropolitana veloce che garantisce una connessione rapida e diretta con il centro città. Il programma prevede inoltre di poter accogliere nella nuova struttura sportiva multifunzionale un consistente apporto di veicoli privati, di varia tipologia: al livello 0 dello stadio sono così destinati 22.000 mq per il parcheggio dei pullman (equivalenti a 255 unità), mentre 23.000 mq di parcheggi posti al livello 1 possono ospitare 770 auto.
Sul piano dello sviluppo urbano il nuovo stadio si propone come un nuovo elemento di centralità e un volano di riqualificazione dell’intero quartiere, destinato ad affiancarsi sinergicamente con la presenza del Politecnico di Milano, Facoltà di Design: un altro fulcro capace di intercettare le dinamiche più giovani e innovative che stanno cambiando volto di questa parte di città. Un ulteriore elemento di centralità sito a Rho-Pero, nei pressi dell’innesto studiato da Boeri Studio, è costituito dalla presenza del grande polo fieristico della nuova Fiera di Milano, disegnata da Massimiliano Fuksas: infrastruttura prossima anche all’area dove si è tenuta l’Expo Milano 2015.
Il progetto è situato all’interno di un masterplan disegnato per la Bovisa dallo studio OMA che si estende verso nord, ed è articolato su una superficie 727.000 mq e basato sull’accostamento di una serie di isolati a destinazione multifunzionale e con impianto planimetrico definito da strade perimetrali a matrice perfettamente circolare. In questo disegno a grappolo, destinato a produrre un’evoluzione decisiva nel quartiere, lo stadio si insedia come elemento terminale, riempiendo con la sua impronta l’intera superficie a cerchio dell’isolato. Da tale impostazione scaturisce in alzato un volume “a bozzolo”, che non presenta soluzione di continuità tra la grande copertura e la facciata unica che avvolge il fabbricato. L’unico elemento di discontinuità in questo guscio traslucido, capace di illuminarsi come una gigantesca lampada, è costituito dall’area rettangolare lasciata a cielo aperto esattamente sopra al campo da gioco. Anche sul piano formale, dunque, l’intervento immagina una struttura architettonica di nuova generazione, in linea con il linguaggio di diversi grandi stadi realizzati in Europa negli ultimi anni: sempre più semplificati sul piano volumetrico (come grandi “dischi volanti”) ma sofisticati nei materiali e nelle qualità espressive e comunicative delle pelli esterne.