Progetto
Boeri Studio
Luogo
Napoli, Italia
Anno
2005
Cliente
Autorità portuale di Napoli
Stefano Boeri (founding partner), Frederic De Smet (Coordinator), Sila Barracco (Coordinator), Giovanni Ambrosio, Daniele Barillari, Marco Bernardini, Silvia Brandi, Pina Cecere, Giancarlo Covino, Massimo Cutini, Maddalena De Ferrari, Vincenzo Ferrara, Agostino Granato, Andrea Grippo, Anniina Koivu, Susanna Loddo, Corrado Longa, Adele Martiniello, Giuseppe Mascolo, Antonella Mazzotti, Giovanni Panico, Andrea Perego, Dino Polverino, Mariemma Porto, Chiara Quinzi
Riflettendo sulla natura degli spazi tra la città e il porto di Castellammare di Stabia (Napoli), il progetto identifica un “ambito intermedio”, definito da un proprio linguaggio e con caratteristiche architettoniche e spaziali specifiche sia rispetto all’infrastruttura portuale sia rispetto alla maglia urbana. Da tale concetto scaturisce il MED Park (Mediterranean Environmental Deck): una nuova area dedicata alla ricezione di passeggeri portuali e residenti, capace di intercettare i flussi e i modi di abitare che distinguono le due diverse zone poste ai suoi bordi. Il programma di intervento è articolato da tre principi cardine: la razionalizzazione della viabilità marittima e terrestre; un nuovo parco urbano a mediazione tra la città e il porto; l’efficienza tecnologica, ambientale ed energetica delle reti infrastrutturali. A tale scopo, il progetto spinge all’estremo le caratteristiche di sei differenti paesaggi, rafforzando i confini dall’uno verso l’altro: il grande recinto della Fincantieri e i suoi specchi d’acqua per gli attracchi, i vari, le manovre; il sistema di spiagge balneari a ovest, connesso con gli impianti termali e compresso tra il mare e l’orografia scoscesa; il centro storico e il suo affaccio sulla costa; il MED Park, sul fronte a sud del golfo; il fronte parallelo a via Garibaldi; il porto turistico a nord.
Tutti gli ambiti identificati, a eccezione degli ultimi due, sono stati oggetto di approfondimento progettuale. Nella zona della Fincantieri il programma ha previsto a medio termine il mantenimento della grande industria, lavorando sulla possibilità di convivenza nel golfo dei flussi e delle dinamiche industriali con quelle di altri vettori marittimi come il turismo e le attività da diporto. A lungo termine, è previsto che la possibile dismissione del recinto industriale possa permettere un intervento paesaggistico di connessione tra i rilievi dei Monti Lattari e il mare, attuato attraverso un nuovo parco sulla costa e il prolungamento del sistema balneare a est fino alla punta del molo.
Nello stesso tempo, il progetto mantiene l’uso attuale dell’area turistico-balneare, attuando un ridisegno del bordo mare attraverso una serie di vasche (piscine di acqua dolce e salata, vasche di acque termali) e la valorizzazione di alcuni manufatti architettonici esistenti e da recuperare. La Caserma Cristallini, in particolare, attualmente dimessa, è individuata come possibile polo ricettivo, mentre il sistema termale tornerebbe a offrire ricettività turistica e accoglienza.
L’area del Centro storico di Castellammare e la sua Villa, in maniera simile a quanto accade in altri centri storici campani – come Sarno, Afragola, Ercolano –, è caratterizzata dal parziale sottoutilizzo e talvolta abbandono e degrado edilizio e ambientale. Il suo recupero è così individuato come un’occasione di rilancio dell’economia locale, ma anche come un possibile strumento per invertire la tendenza di un uso del suolo incentrato sull’urbanizzazione di immense porzioni di territorio agricolo, di alto valore ambientale. La strategia identificata, basata sul concetto di “rarefazione”, prevede dunque una nuova trama di spazi aperti (pubblici, privati, di servizio) in sostituzione di una parte limitata del patrimonio edilizio esistente. Questo insieme di piazze, giardini, parcheggi, piccoli edifici pubblici di servizio avrà il compito di rendere più accessibile il Centro storico, contribuendo a rivitalizzalo e a riportavi attività commerciali, abitanti, turisti, cittadini. L’insieme delle volumetrie cedute per l’operazione sarà oggetto di perequazione attraverso la cessione o lo scambio con le costruzioni previste sul fronte mare e sul nuovo molo che delimita la Villa.
In corrispondenza del MED Park, il masterplan individua l’area di riaffaccio al mare, che prende forma attraverso il ridisegno del fronte sud del golfo, delimitato a est dalla Fincantieri e a ovest dal potenziamento del molo. I nuovi complessi edilizi tracciati su quest’area saranno prevalentemente dedicati al turismo, all’accoglienza (residence, alberghi) e ai servizi (Stazione Marittima dei traghetti per le isole e Stazione Crociere, ristoranti, bar). La destinazione residenziale prevarrà invece nei pressi del molo della Villa. All’estremità di quest’ultimo, affacciato a nord verso il mare aperto e a sud verso il golfo, viene invece identificato un inedito spazio pubblico di attracco per le imbarcazioni di piccola e media dimensione, destinato a integrare l’offerta diportistica del nuovo porto turistico. Il MED Park ospita una avanzata infrastruttura ambientale, visibile in alcuni punti attraverso i suoi terminali tecnologici: una serie di pannelli solari che possono fungere anche da struttura di protezione dal sole e di ombreggiamento. L’energia catturata alimenta in parte le attività pubbliche e gli edifici, ma anche i depuratori di acque bianche e nere che attraversano il porto prima di arrivare al mare o di essere parzialmente recuperate per usi civili (tra cui l’irrigazione e gli impianti di climatizzazione) attraverso processi di fitodepurazione.