Progetto
Stefano Boeri, Giovanni La Varra, Gruppo A 12
Luogo
Milano, Italia
Anno
1994
Cliente
Associazione Frontisti Ferrovie Nord Milano
Team del progetto:
Stefano Boeri
Giovanni La Varra
Gruppo A 12 (Gianandrea Barreca, Antonella Bruzzese, Eva Robert, Peter Scupelli, Valeria Chiarla, Massimiliano Marchica)
with Nicoletta Artuso, Andrea Balestrero, Marco Bonelli, Cristina Cassanello, Maddalena De Ferrari, Fabrizio Gallanti, Matteo Leonetti, Fabrizio Paone, Silvia Pericu, Elena Rosa.
Graphic design: Mario Piazza, Simonetta Rocco (Achilli & Piazza e Associati)
Il progetto vincitore del concorso promosso dall’Associazione Frontisti Ferrovie Nord di Milano l’Alfabeto delle Ferrovie si propone di offrire una nuova forma urbana visibile alla linea del ferro, anche laddove questa corre coperta in trincea, cercando così di dar vita ad un nuovo principio di interazione tra ferrovia e città: un principio generale, ma non impositivo; anzi fortemente ricettivo nei confronti delle variazioni linguistiche della città.
La grammatica delle FFNN
La copertura dei binari, necessaria anche per ridurre l’inquinamento sonoro dei treni, può essere oggi un’occasione per recuperare ai comportamenti e alle abitudini della vita quotidiana urbana, una sequenza di spazi interclusi. Spazi intimi e interni, spesso racchiusi in una cortina di retri.
Spazi che la copertura del piano del ferro rischia però di trasformare in spazi vuoti, abbandonati e marginali; anche se finalmente silenziosi.
Il nostro progetto si propone invece di offrire una nuova forma urbana visibile alla linea del ferro, anche laddove questa corre coperta in trincea. Come accade in una fusione a cera persa, dove un materiale viene sostituito da un altro che ne mantiene tuttavia la forma, così la città e i suoi isolati rendono oggi visibile la linea del tracciato su ferro anche se essa risulta fisicamente impercettibile.
Ma questa visibilità deve riprendere il carattere peculiare delle Ferrovie Nord Milano e del loro rapporto con la città: quel carattere specifico oggi materializzato nella ripetizione del sistema binari-traversine entro una sezione orizzontale costante e contenuta, pur nella variazione della pendenza del piano del ferro e della sua posizione altimetrica rispetto alla quota della città.
Come un proverbio, o un detto del senso comune, la linea del ferro scorre oggi dentro la lingua corrente della città senza drammatici attriti, senza segnare confini di senso o di accento: chiara, continua, unitaria ma non per questo meno sensibile alle differenze che incontra. E come un proverbio, ritorna di continuo ad avere voce, una voce dimessa e reiterata.
La nostra proposta è dunque di articolare gli elementi essenziali di un nuovo alfabeto urbano della ferrovia; e di proporne alcune esempificazioni nel tratto compreso tra le stazioni di Cadorna e di Bovisa.
Un alfabeto che, come accade per il sistema binari-traversine, si sviluppa a partire dal disegno di un manufatto elementare, una sorta di codice di base capace di articolarsi in alcune figure fondamentali e di variare la sua natura in rapporto alle parti di città nelle quali si dispone. Inserendosi tra gli spazi interclusi dagli isolati e dalle corti, ma anche entro gli ampi spazi aperti nei quali i binari ritrovano la luce del sole, questo manufatto urbano elementare e modulare cambia il lato di appoggio al suolo e aggregandosi con altri moduli o iterandosi compone una articolata grammatica di enunciati e di proposizioni.
Un parallelepipedo dotato di una griglia struttura/e fissa -mt. 3.50 x 7.00 x 21- opera come modulo/base per molteplici variazioni. Una tipologia elementare, ma così flessibile da poter dar vita ad una forte complessità di spazi. A seconda della sua posizione di “caduta”al suolo, della sua combinazione e del tipo di spazio che incontra, il parallelepipedo cambia infatti natura e funzione: può fungere da infrastruttura (ponte, passerella, copertura, supporto per pannelli di insonorizzazione, contenitore per risalite … ), spazio abitato (residenziale, artigianale, ricettivo … ), segnale e elemento di confine degli spazi aperti e dei margini urbani. Una sorta di alfabeto urbano si costruisce così dall’articolazione grammaticale e sintattica delle “lettere” delle FFNN.
Senza mai abbandonare il tracciato del ferro, l’articolazione di questo modulo si compone in figure molteplici, che interpretano sia gli spazi urbani riscoperti grazie alla copertura della ferrovia, sia i luoghi dove questa resta a cielo aperto.
Come le lettere di un alfabeto, i parallelepipedi delle ferrovie Nord Milano compongono così, di volta in volta, le parole di un nuovo discorso tra Milano e la sua ferrovia.