Progetto
Stefano Boeri Architetti
Luogo
Astana, Kazahkistan
Anno
2013
Cliente
JSC National company “Astana - EXPO 2017”
Commissione
Masterplan and architectural design, international competition
Superficie
17 ha
Stefano Boeri (founding partner), Michele Brunello (project director), Pietro Chiodi (project manager),
Alessandro Agosti, Moataz Faissal Farid, Anastasia Kucherova, Francesca Motta, Giorgio Zangrandi
Immagini: © ATTU
Partner: AREP, Norma s.r.l., Topotek 1, Valode & Pistre Architects, MIC Mobility in chain
Consulenti: MABCO, Sandro Boeri, Department of the Energy of Politecnic University of Milan
L’Expo di Astana 2017 è stata concepita come un luogo dove l’umanità ha l’opportunità di sperimentare e confrontare le più avanzate tecnologie per l’energia rinnovabile, pulita e accessibile a tutti. Secondo questa visione, il progetto “Future above Astana” di Stefano Boeri Architetti e la sua torre tecnologica – immaginata come uno stelo alto 1 km e futuro simbolo dell’Expo 2017 – si propongono come un laboratorio mondiale per gli esperimenti più avanzati, anche a seguito del termine dell’esposizione universale, nei settori delle fonti energetiche rinnovabili, di accumulazione, stoccaggio e distribuzione di energia pulita. L’obiettivo è offrire un luogo di incontro a scienziati, ricercatori, tecnici, operatori del settore energetico, studenti, politici e amministratori provenienti da tutto il mondo, dove condurre ricerche e sperimentazioni su nuovi materiali e dispositivi, che sappiano sfruttare al meglio l’energia pulita, rinnovabile e accessibile. La Torre Astana della Terza Rivoluzione Industriale vuole essere un manifesto per la transizione emergente dell’economia mondiale alle energie rinnovabili in linea con il concetto di “Terza Rivoluzione Industriale” (TIR) sviluppato da Jeremy Rifkin.
I 5 pilastri su cui si fonda la “Terza Rivoluzione Industriale” sono:
La nuova torre per Expo 2017, che dialoga con quella panoramica di Bayterek, vuole essere inoltre il simbolo di un percorso di rinnovamento che la popolazione del Kazakistan potrà intraprendere a partire da Expo. Una sfida basata su principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, a cui già alcune delle nazioni leader del mondo hanno preso parte. I grandi eventi quali Expo, Giochi Olimpici o i Campionati del Mondo sono grandi acceleratori della trasformazione urbana e diventano momenti per dare visibilità internazionali a strategie e aspettative di un luogo. Astana è stata costruita, fin dalle sue recenti origini, come città baricentrica alla regione eurasiatica. Expo 2017 è il momento in cui si vuole dichiarare al mondo un programma implicito: la città attualmente si basa sullo sfruttamento di fonti energetiche tradizionali, ma con Expo ci si pone l’obiettivo ambizioso di diventare riferimento mondiale per quelle rinnovabili e innovative, sempre seguendo i concetti fondanti di Jeremy Rifkin. Expo 2017 è per questo pensata come “trampolino di lancio” per una serie di tecnologie innovative capaci di creare una nuova ecologia urbana, basata su un diverso rapporto tra uomo e energia.
Il masterplan è strutturato da due assi verdi radiali che attraversano il centro del sito: essi conducono dal centro città al cuore dell’area espositiva, dove si trovano i padiglioni internazionali e quello del Kazakistan. L’asse nord-sud consiste in un viale verde che si estende verso il monumento di Bayterek, offrendo un ingresso monumentale a tutti i fruitori che accedono al sito. L’asse est-ovest, collegato all’Università, ospita invece un paesaggio informale con alberi da frutto, ipotizzato per il tempo libero e il riposo all’ombra delle alberature. Oltre a questo sistema verde, si possono trovare altre aree piantumate e coltivate: una foresta polifunzionale situata sul lato est del sito e un campo di colza amalgamato ad un parcheggio, sul lato sud. Al centro di Expo 2107, i diversi padiglioni nazionali ospitano serre dedicate al tempo libero e l’agricoltura. Uno specchio d’acqua circolare arricchito da una vegetazione lussureggiante definisce l’epicentro del sito e funziona come sistema di filtraggio delle acque di tutta l’esposizione universale. Rilevante è l’importanza che ogni area riveste accogliendo un diverso paesaggio produttivo: la foresta polifunzionale, ad esempio, è costituita da alberi ad accrescimento veloce per la rapida produzione di biomasse.
L’eredità di Expo 2017 si pone due obiettivi complementari: diventare un modello per immaginare nuovamente la città esistente dal punto di vista energetico – nell’ottica della sua futura espansione – e nello stesso tempo diventare un punto di riferimento globale dell’energie rinnovabili. Risulta inoltre indispensabile la consapevolezza dell’eredità del sito: le strutture, infatti, sono pensate per ospitare possibili funzioni future già nell’immediato post-expo, senza richiedere grandi trasformazioni architettoniche. La flessibilità funzionale è parte del programma di progetto, nella previsione di strutture e paesaggi non più temporanei e pensati ad uso esclusivo del grande evento, ma piuttosto patrimonio da abitare e vivere anche in seguito.