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Centrale Geotermica Bagnore 3

Centrale Geotermica Bagnore 3

Immagini

Progetto

Boeri Studio

Luogo

Santafiore di Grosseto, Italia

Anno

1998 - 2000

Cliente

ENEL (Ente Pubblico Italiano dell’Energia Elettrica)

Tipologia

Masterplan, architettura

Superficie

SLP: 6400 mq

Credits

Gruppo di progetto Stefano Boeri (founding partner), Gianandrea Barreca (partner), Nicola Bianchi, Luca Bucci, Giovanni La Varra (partner), Andrea Viganò , Frederic De Smet Immagini Francesco Jodice

Nel 1998 ENEL affida a Stefano Boeri il compito di restituire a una delle sue centrali geotermiche una nuova identità che possa convivere con il territorio in cui si colloca, riducendone l’impatto visivo e paesaggistico. Siamo alle pendici del Monte Amiata in Toscana, a Santa Fiora, noto da sempre per la presenza nel sottosuolo di giacimenti di vapore, sfruttati nel corso del Novecento per stazioni termali e in anni più recenti per produrre energia elettrica.

L’intervento consiste in un nuovo involucro tecnologico che avvolge letteralmente l’impianto preesistente e che non vuole né nascondere né camuffare la centrale: l’intento, piuttosto, è quello di integrare la struttura nel paesaggio rendendola un landmark riconoscibile. Il concetto d’inclusione, infatti, è il tema centrale dell’intero progetto, e si risolve a due scale diverse: a livello del paesaggio e a livello dei differenti volumi costitutivi dell’impianto.

Il profilo dell’involucro riprende l’andamento curvilineo delle colline circostanti per andare a richiudersi parallelamente al terreno pianeggiante su cui si imposta la centrale geotermica, creando una forma avvolgente di protezione e di caratterizzazione identitaria: il disegno «artificiale» cita quello naturale alla ricerca di un’integrazione possibile tra l’impianto geotermico e il paesaggio. Inoltre, la scelta di utilizzare materiali e colori che ben si integrano con quelli delle colline contribuisce all’obiettivo di armonizzare l’insieme, mentre il colore ramato del CorTen alternato a elementi trasparenti vuole sottolineare l’aspetto tecnologico dell’involucro architettonico.

L’immagine unitaria dei diversi volumi della centrale viene perseguita attraverso l’uso di materiali che si ripetono, con forme e funzioni diverse sia nella copertura dell’impianto centrale che negli elementi che schermano le torri di raffreddamento. La grande copertura inclinata dell’impianto centrale è composta da 17 travi autoportanti in acciaio CorTen. Le prime 13 sul lato ovest sono lunghe 55 metri e si intervallano tra loro ogni 2,20 metri grazie all’inserimento di lastre rettangolari in vetro strutturale.

Un sistema d’illuminazione integrato nella copertura crea giochi di luci e ombre durante il giorno e illumina la centrale durante la notte. Le 4 travi sul lato est, invece, sono di lunghezza maggiore poiché arrivano a sfiorare i macchinari sottostanti (in particolare, l’ultima che funge da elemento di chiusura di tutta la serie e affianca la parete laterale dell’impianto preesistente misura 89 metri), e sono intervallate da un sistema continuo di reticoli metallici modulari. Le torri di raffreddamento sono schermate nei lati corti da pannelli pieni realizzati in CorTen. Il lato ovest è rivestito da una lastra di forma rettangolare posta in corrispondenza delle scale di servizio mentre quello a est è di forma pressoché quadrata e si interrompe solo in corrispondenza dei pontili di collegamento fra macchinario e scale di servizio che si articolano in altezza.