Stefano Boeri Architetti presenta in occasione della Biennale di Venezia Slow Food Frespace: il progetto-pilota per il primo Slow Village che verrà costruito in Cina in collaborazione con Slow Food Movement. A parlarne saranno Stefano Boeri e Carlo Petrini, i fondatori delle due realtà, il 25 maggio a Ca’ Tron durante l’evento “Across Chinese Cities – The Community”.
Partendo dalla grande visione di Slow Food China – favorire un’economia agricola che valorizzi le culture e i prodotti locali – Stefano Boeri Architetti ha progettato per ogni villaggio (o insieme di villaggi vicini) interessato dal programma Slow Village, una scuola, una biblioteca e un piccolo museo. Tre epicentri culturali capaci di costituire i nodi di una infrastruttura diffusa che possa permettere a milioni di agricoltori cinesi di investire sul futuro dei loro territori rurali invece di abbandonarli per trasferirsi nelle periferie metropolitane. Offrendo migliori condizioni culturali, economiche, architettoniche e ambientali a una galassia pulviscolare di comunità locali, il programma Slow Food Frespace punta infatti a contrastare con forza l’emigrazione sempre crescente negli ultimi anni verso le grandi città cinesi, e la conseguente omologazione delle specificità culturali legate alla ricchezza del territorio.
Tempi e spazi della presentazione di Slow Food Frespace, a Venezia il 25 maggio 2018, non sono certo casuali. Da un lato il progetto viene infatti illustrato per la prima volta al pubblico nell’ambito di “Across Chinese Cities – The Community”, iniziativa programmatica che punta a esplorare forme di progettazione legate allo sviluppo di nuovi sistemi di appartenenza sociale, economica e spaziale. Dall’altro lato, e in senso ancora più vasto, il programma messo in campo da Stefano Boeri Architetti può essere ricondotto concettualmente al tema della Biennale di Architettura di Venezia (la cui inaugurazione è prevista proprio per i giorni 24 e 25 maggio), e battezzato appunto “Freespace” dalle curatrici Yvonne Farrel e Shelly McNamara. Con tale definizione, le fondatrici dello studio irlandese Grafton Architects hanno inteso individuare uno spazio democratico, non programmato e libero per gli usi, capace di enfatizzare i doni della natura – la luce del sole e della luna, l’aria, la gravità, i materiali – e di offrire a tutti una generosità aggiuntiva e inaspettata in ogni suo aspetto. Un’architettura, in altri termini, dotata di una vita propria, capace di dar corpo ai desideri anche più inespressi e di costruire ponti di senso, linguaggio ed emozione, provvedendo al benessere e alla dignità di ogni cittadino. Una grande rivoluzione per il “pianeta fragile”, che può anche partire da un piccolo villaggio nella campagna cinese.
SEEDS OF CULTURE
Slow Village pilot project
Location: Anrenqiyan Village, Chengdu, Sichuan Province
Year: 2018 Credits: Stefano Boeri Architetti (China) Partners: Stefano Boeri Yibo Xu Project Director: Pietro Chiodi Project Architect: Claudia Scaglioni Moataz Faisal Farid |
Design Team:
Huang Zhiyang Jiang Linhong Krista Skujina Graphic Content: Cecilia Picello PR and Communication: Dong Li Gong Ting Xie Ying Collaborators Rendering: Lifang Maquette: Sebastiano Conti Gallenti |