Il sito YesMilano, incentrato sulla città lombarda, dedica un articolo al Bosco Verticale di Boeri Studio, inserendo, oltre alla descrizione del progetto, 4 curiosità su manutenzione, premi e costruzione.
Il Bosco Verticale a Milano, inaugurato nel 2014 nel quartiere di Porta Nuova, rappresenta oggi uno dei simboli più prestigiosi della città e un nuovo modello urbanistico di integrazione della natura vivente nel disegno architettonico.
Piuttosto che un oggetto architettonico tout-court, la presenza della componente vegetale rende il Bosco Verticale assimilabile a un insieme di processi – in parte naturali, in parte gestiti dall’uomo – che accompagnano nel tempo la vita e la crescita dell’organismo abitato. La componente forse più singolare di questo sistema articolato, ormai diffusa nell’immaginario urbano, è costituita dai “Flying Gardeners”: una squadra specializzata di arboricoltori-scalatori che, con tecniche da alpinismo, una volta all’anno si cala dal tetto degli edifici per eseguire la potatura e la verifica dello stato delle piante, nonché la loro eventuale rimozione o sostituzione. Tutte le operazioni di manutenzione e cura del verde sono infatti gestite a livello condominiale, allo scopo di mantenere il controllo dell’equilibrio antropico-vegetale. Centralizzata anche l’irrigazione: i fabbisogni delle piante sono monitorati da un impianto a sonde controllato digitalmente in remoto, mentre l’acqua necessaria è attinta in larga misura dal filtraggio degli scarichi grigi delle torri. L’insieme di queste soluzioni supera il concetto, ancora sostanzialmente antropocentrico, di “sostenibilità” nella direzione di una nuova diversità biologica. A pochi anni dalla sua costruzione, il Bosco Verticale ha così dato vita a un habitat colonizzato da numerose specie di animali (tra cui circa 1.600 esemplari di uccelli e farfalle), stabilendo un avamposto di spontanea ricolonizzazione vegetale e faunistica della città.
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