Il sito spagnolo Welife dedica un articolo alla tipologia del bosco verticale come strumento per diminuire l’inquinamento nelle città, citando il Bosco Verticale di Milano, progettato da Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra), come primo esempio del suo genere.
Terminato nel 2014, il Bosco Verticale rappresenta l’edificio-prototipo di una nuova architettura della biodiversità, che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi. L’edificio è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana.
Il progetto è così anche un dispositivo per limitare lo sprawl delle città, indotto dalla ricerca del verde (ogni torre equivale a circa 50.000 mq di case unifamiliari). Al contrario delle facciate “minerali”, in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra.
L’articolo si concentra appunto sui vantaggi che il Bosco Verticale apporta alla città: assorbe 30 tonnellate di anidride carbonica all’anno e produce 19 tonnellate di ossigeno. Allo stesso tempo attenua l’effetto “isola di calore” e regola il microclima grazie all’ombreggiamento garantito dal verde – in particolare, consente un abbassamento della temperatura di circa 30°C sulle facciate, che corrisponde a 2-3°C all’interno degli appartamenti – sottolineando come questi esempi di forestazione urbana siano fondamentali per garantire un futuro sostenibile e vivibile alle città che abitiamo.
Per leggere l’articolo completo: https://www.welife.es/planeta/bosques-verticales-reducir-contaminacion-ciudades/