Il periodico britannico The Times dedica un articolo alla città di Milano e ai suoi progetti di rigenerazione volti a una progettazione eco-friendly, citando il Bosco Verticale come simbolo di questa tendenza.
Ripercorrendo le tappe principali di questa evoluzione ecologica – partita dall’Expo del 2015 fino alla prospettiva delle Olimpiadi del 2026 – il progetto di Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra) viene preso in considerazione per quanto riguarda il nuovo modo di pensare l’architettura. Il concept del Bosco Verticale, l’essere cioè “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”, definisce non solo le caratteristiche urbanistiche e tecnologiche ma anche il linguaggio architettonico e le qualità espressive del progetto. L’edificio-prototipo di una nuova architettura della biodiversità, che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi, che ospita 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte), 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti.
L’insieme di queste soluzioni supera il concetto, ancora sostanzialmente antropocentrico e tecnicista, di “sostenibilità” nella direzione di una nuova diversità biologica. A pochi anni dalla sua costruzione, il Bosco Verticale ha così dato vita a un habitat colonizzato da numerose specie di animali (tra cui circa 1.600 esemplari di uccelli e farfalle), stabilendo un avamposto di spontanea ricolonizzazione vegetale e faunistica della città.
Per leggere l’articolo completo: https://www.thetimes.co.uk/article/how-milan-became-one-of-italy-s-most-expensive-cities-k5jqql38z