Il New York Times pubblica un articolo intitolato “A Growth Spurt in Green Architecture” analizzando il fenomeno dell’architettura verde e dell’inserimento della vegetazione dei progetti contemporanei, citando il Bosco Verticale di Boeri Studio come uno degli esempi di questa integrazione.
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, l’industria edilizia è responsabile di circa il 37% delle emissioni mondiali di anidride carbonica. Tre dei materiali da costruzione più comunemente utilizzati – cemento, acciaio e alluminio – generano quasi un quarto di tutte le emissioni di carbonio.
Ma l’articolo sottolinea anche i progressi: si sta diffondendo l’uso di materiali organici rinnovabili come il legno, la canapa e il bambù. Le piante e gli alberi che assorbono il carbonio sono sempre più integrati nella progettazione architettonica. Anche il calcestruzzo sta perdendo il suo stigma con lo sviluppo di varietà a basso contenuto di carbonio. Gli architetti attenti alla sostenibilità stanno adottando questi materiali in edifici che non solo sono più sensibili all’ambiente, ma hanno anche un aspetto diverso dalle scatole di cemento e acciaio del modernismo.
In questo contesto di si inserisce il Bosco Verticale, costruito a Milano nel 2014, che ospita sulle facciate una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana.
“Quello che abbiamo fatto è stato usare le piante non come ornamento, ma come una sorta di pelle biologica. Il verde ombreggia e rinfresca, regola l’umidità e assorbe l’anidride carbonica e l’inquinamento. Serve anche come habitat per uccelli e insetti e crea un collegamento diretto e immediato tra i residenti e la natura.” dichiara Stefano Boeri.
Per leggere l’articolo completo: https://www.nytimes.com/2024/03/06/realestate/architecture-natural-materials.html?unlocked_article_code=1.a00.sCQf.cL3KkyyIwFUc&smid=wa-share