Katia Del Savio e Giovanni Setti, in un’intervista con Stefano Boeri pubblicata su MiTomorrow, celebrano i dieci anni del Bosco Verticale e anticipano la premiazione di Stefano Boeri con il riconoscimento “Milano Che Verrà”, conferito in data 9 ottobre 2024.
L’articolo ripercorre il processo – dall’ideazione, alla scelta delle piante, fino alla costruzione – del Bosco Verticale, il primo prototipo di una nuova architettura della biodiversità costruito a Milano, nell’area di Porta Nuova, nel 2014, che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi.
Le due torri ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti). Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana. Il progetto è così anche un dispositivo per limitare lo sprawl delle città indotto dalla ricerca del verde.
Il concept, come afferma Stefano Boeri nell’intervista, viene applicato in altre parti del mondo, con “una quindicina [di Boschi Verticali] in costruzione e 50-60 progettati”.
Nel contesto della visione per una nuova architettura della biodiversità, c’è Trudo Vertical Forest, che applica per la prima volta il modello all’edilizia sociale, rendendo quindi la tipologia del Bosco Verticale accessibile a tutti, anche a inquilini con basso reddito. Il progetto dimostra come vivere a contatto con gli alberi e il verde non è una prerogativa esclusiva, ma può anzi diventare una scelta possibile per cittadini con background economici molto diversi.
Per leggere l’articolo completo: https://www.mitomorrow.it/decennale/bosco-verticale-boeri/