Sul sito Milano Città Stato un articolo di Beatrice Barazzetti descrive la città di Milano del primo decennio degli anni 2000, in cui le grandi trasformazioni urbanistiche e architettoniche hanno creato l’immagine della città di oggi, tra cui il Bosco Verticale, progetto di Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra).
Dall’area delle ex-Varesine, al quartiere Pirelli-Bicocca; dalla riqualifica dell’ex area industriale della Bovisa a City Life, l’articolo dipinge una Milano che in 10 anni ha cambiato faccia.
Tra queste grandi trasformazioni trova spazio Porta Nuova, con il quartiere Isola, dove, nel 2014 viene terminato il Bosco Verticale, il primo edificio pensato come “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”. Le due torri, alte 80 e 112 m, ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte), 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco. Risultato di tre anni di studi condotti insieme a un gruppo di botanici ed etologi, lo sviluppo della componente vegetale ha preceduto la stessa vita edilizia del complesso. A partire all’estate 2010, le piante destinate a essere impiantate sulle torri sono state infatti pre-coltivate in una speciale “nursery” botanica – allestita al vivaio Peverelli, vicino a Como –, al fine di abituarle a vivere in condizioni simili a quelle finali. A pochi anni dalla sua costruzione, il Bosco Verticale ha così dato vita a un avamposto di spontanea ricolonizzazione vegetale e faunistica della città.
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