All’interno del settimanale francese Libération viene pubblicato un contributo di Emanuele Coccia, filosofo e docente presso l’Ecole des hautes études en sciences socials (EHESS), che descrive il progetto di Grand Paris, sviluppato nel 2009 da Stefano Boeri e Andrea Branzi, commemorando il lavoro e la vita dell’artista, scomparso il 9 ottobre 2023.
Il piano prevede la liberazione simultanea di 50.000 mucche sacre e 30.000 scimmie nei parchi e nei viali parigini. L’obiettivo è duplice: da un lato, immaginare una metropoli non più antropocentrica, capace di un’apertura cosmica alla diversità più estrema. D’altra parte, spiega Branzi, “la presenza di animali liberi in un tessuto urbano crea una sorta di riduzione dello stress; come elastomeri inseriti in un meccanismo accelerato, aumentano il livello di imprevedibilità del sistema e lo costringono a rallentare”.
Con questo atto di trasformerebbe la città in uno spazio ibrido che non appartiene più a nessuna specie. Parigi non apparterrebbe più agli esseri umani, che non potrebbero più rivendicare la proprietà delle strade e nemmeno degli oggetti, ma non apparterrebbe nemmeno alle mucche o alle scimmie, che non potrebbero più abitare lo spazio lungo la Senna come se fosse il loro ecosistema. Parigi diventerebbe il nome di una negoziazione perpetua tra specie diverse, che dovrebbero ridisegnare quotidianamente la forma dell’assegnazione di ogni piccolo appezzamento di spazio
Per maggiori informazioni: https://www.liberation.fr/idees-et-debats/opinions/les-images-sont-devenues-nos-mots-20211015_KKHNEYMNSVBRXK36HWBXHBLHWQ/
Il progetto è stato anche condiviso sulla rivista Domus, in un’intervista con Andrea Branzi: https://www.domusweb.it/it/architettura/2018/05/31/andrea-branzi-riportiamo-gli-animali-al-centro-del-progetto-urbano.html