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Bosco Verticale su l'arena

L’articolo de L’Arena, quotidiano regionale, intitolato Gli ambienti urbani si fanno sostenibili con la biodiversità, presenta il Bosco Verticale di Milano, progettato da Boeri Studio, come esempio virtuoso delle città che hanno agito per integrare aree urbane e spazi naturali.

A pochi giorni dall’approvazione da parte dell’Unione Europea della Nature Restoration Law, l’articolo si concentra sull’adottare politiche di sviluppo sostenibile, proteggere gli spazi verdi già esistenti e creare nuovi habitat: sono tutte azioni volte a proteggere la biodiversità urbana, termine che indica la varietà di specie animali e vegetali all’interno delle città.

In quest’ottica, il Bosco Verticale di Milano si inserisce come primo esempio di architettura della biodiversità, ospitando sulle sue facciate 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana.

Piuttosto che un oggetto architettonico tout-court, dunque, la presenza della componente vegetale rende il Bosco Verticale assimilabile a un insieme di processi – in parte naturali, in parte gestiti dall’uomo – che accompagnano nel tempo la vita e la crescita dell’organismo abitato. L’insieme di queste soluzioni supera il concetto, ancora sostanzialmente antropocentrico e tecnicista, di “sostenibilità” nella direzione di una nuova diversità biologica. A dieci anni dalla sua costruzione, il Bosco Verticale ha così dato vita a un habitat colonizzato da numerose specie di animali (tra cui circa 1.600 esemplari di uccelli e farfalle), stabilendo un avamposto di spontanea ricolonizzazione vegetale e faunistica della città.