
La testata spagnola La Vanguardia pubblica un articolo intitolato Cuando el museo es tu casa, dedicato a cosa significa vivere in architetture iconiche, in cui viene citato anche il Bosco Verticale (Boeri Studio) di Milano come esempio.
Inserendo commenti sia degli architetti che degli abitanti dei palazzi presi in questione, l’articolo cita esempi internazionali dalla Spagna a Buenos Aires, in cui rientra, come unico esempio italiano, il Bosco Verticale, inaugurato nel 2014 a Porta Nuova.
“È come abitare una tela vivente, un’opera d’arte in continua evoluzione. Ogni giorno è diverso: il verde esplode in primavera, le foglie si accendono in autunno […] Il fogliame crea uno schermo naturale che ci protegge. Così, quando vedo le persone fermarsi a scattare foto, sorrido. Non mi dà fastidio, perché ricordo quando anch’io ho guardato questo luogo con gli occhi pieni di stupore”, così commenta una residente del Bosco Verticale.
L’edificio è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti). Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana, ponendo al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi.
Per leggere l’articolo completo: https://www.lavanguardia.com/cultura/20250330/10530416/vivir-museo-casa-kavanagh-esther-cross-pedrera-xanadu-bosco-verticale.html