Su La Stampa un’intervista di Alberto Mattioli a Stefano Boeri che, a partire dall’ultima pubblicazione di Aspenia, la rivista dell’Aspen Institute Italia, riflette sulla condizione della città contemporanea che per connessioni e dinamiche, è definita come città stato e città globale.
“Città globali sono quelle che hanno interiorizzato nel loro corpo urbano le reti della conoscenza e della mobilità. Sono le città che hanno il mondo al loro interno, una concentrazione di connessioni finanziarie, commerciali, culturali. Città stato sono quelle che aspirano a un’egemonia politica su un territorio più vasto, che può coincidere anche sull’ intero territorio nazionale”.
E così in Londra e Parigi coincidono entrambe le condizioni, mentre Francoforte e le nuove gigantesche conurbazioni in Cina hanno ridefinito le gerarchie delle metropoli e sono città globali, che fanno riferimento a una scala internazionale, ma non sono città stato.
Milano neanche lo è, ma secondo Stefano Boeri “è fin d’ ora una città globale, l’unica in Italia. Il mondo è già rappresentato a Milano”, che deve però continuare a dialogare con la diversità, politica e territoriale, con un atteggiamento generoso e inclusivo.