La Stampa pubblica un’intervista di Francesca Del Vecchio a Stefano Boeri a seguito dei nubifragi che hanno colpito la città di Milano a luglio, provocando, tra gli altri, la perdita di centinaia di alberi.
Eventi climatici del genere, imprevedibili ed eccezionali, dovuti al cambiamento climatico, vengono analizzati nell’articolo e servono da punto di partenza per un’analisi delle possibilità future di prevenzione e protezione dell’ambiente urbano.
“Serve una classificazione delle piante come quella degli edifici a rischio sismico questo disastro è solo il primo episodio: si moltiplicheranno se non cambieremo i modelli urbani” dichiara Stefano Boeri, la cui filosofia Green Obsession, mirata alla forestazione urbana e all’aumento delle superfici verdi in città, si è aggiudicata l’SDG Action Award della campagna SDG Action delle Nazioni Unite.
«Perdere la presenza del mondo vegetale nelle città non è una strada contemplabile. Sarebbe come dire che rinunciamo a operare sulle cause prime del cambiamento climatico, che per risolvere un problema legato a una emergenza non facciamo nulla per intaccare le cause delle mutazioni climatiche.
E conosciamo il ruolo fondamentale che hanno le piante, specie in città, nell’assorbire la CO2 che proprio le città in grande misura producono e che è all’origine del surriscaldamento globale. Dunque, abbiamo bisogno di più alberi, più verde, più piante. Una città solo minerale e solo popolata da individui della nostra specie non può funzionare: è quello che abbiamo fatto in questi secoli e abbiamo visto dove ci ha portato» conclude Stefano Boeri.
Per leggere l’articolo completo: https://www.lastampa.it/cronaca/2023/07/27/news/stefano_boeri_i_tifoni_ormai_sono_la_normalita_ma_gli_alberi_a_milano_vanno_salvati-12967756/