Su Repubblica, un articolo che racconta il punto di vista di Stefano Boeri sulle nuove esigenze a due anni dell’esplosione della pandemia di Covid -19. L’architetto spiega come la pandemia abbia fatto emergere tre questioni fondamentali: la mancanza di appartamenti per i giovani, la necessità di spazi diffusi sul territorio per produrre arte, musica e cultura e la conversione verso forme di mobilità sostenibile.
“Dobbiamo tornare a produrre cultura diffusa. Abbiamo davanti una stagione in cui riprogettare, riaprire la geografia delle emozioni – dichiara Stefano Boeri. Insieme al trasportista Federico Parolotto, stiamo immaginando una rete diffusa di isole pedonali: qualcosa che una città come Milano, ben servita dai trasporti pubblici, potrebbe gestire bene. Milano ha 60-70 piccoli quartieri, borghi, dove lo spazio pubblico andrebbe riempito di servizi al cittadino e di luoghi per produrre cultura; e svuotato di auto e parcheggi. Dobbiamo pensare, mai come oggi, ad una metropoli policentrica, che distribuisca i vantaggi in tutta la sua superficie e non li accentri”.
Per leggere l’intero articolo, consultare la Repubblica del 21 Febbraio, 2022.