All’interno di Il Giorno Giulia Bonezzi intervista Stefano Boeri in seguito degli eventi climatici catastrofici che hanno colpito l’Italia e, in particolare, Milano.
L’articolo si concentra sulla prevenzione e sulla resilienza urbana, sulle soluzioni per difendersi da eventi eccezionali ma sempre più frequenti, in conseguenza al cambiamento climatico. Partendo dalla vittoria di Green Obsession, approccio all’architettura e all’urbanistica di Stefano Boeri Architetti che punta sulla forestazione urbana e la moltiplicazione degli alberi in città, dell’SDG Action Award dell’ONU, l’intervista presenta alcune delle azioni concrete che possono essere messe in atto per proteggere l’ambiente urbano e prevenire i danni maggiori dovuti al comportamento climatico.
«Dobbiamo imparare a progettare le nostre città pensando che le piante non sono una parte marginale, estetica, ma un pezzo fondamentale della nostra e loro vita. Come abbiamo imparato a gestire il rischio sismico, classificando gli edifici in base a come sono fatti e a dove si trovano, occorre monitorare e fare prevenzione anche per i nostri alberi. Proteggendo loro proteggiamo noi stessi e il futuro dei nostri figli.
E poi, premesso che quanto accaduto a Milano è veramente estremo perché con raffiche oltre i cento all’ora volano tetti, a volte automobili e anche alberi secolari, per proteggere le nostre piante dobbiamo monitorarle. Conoscere di ciascuna lo stato vegetativo, ma anche valutare le zone a maggior rischio, come i grandi viali in cui il vento s’incanala con un “effetto canyon”, e in base ad esso la resilienza delle diverse essenze. Come facciamo con i boschi. Insomma: considerare la natura come parte integrante della città e prenderci cura di entrambe, proteggendole» dichiara Stefano Boeri.
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