L’editore britannico Thames & Hudson pubblica Garden City – Supergreen Buildings, Urban Skyscapes and the New Planted Space di Anna Yudina, rassegna globale di edifici contemporanei che integrano architettura e natura che include tra i vari esempi il Bosco Verticale di Milano, progettato da Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra).
Dagli edifici per uffici che incorporano fattorie urbane e scambiano la CO2 prodotta dagli esseri umani con il cibo e l’ossigeno prodotti dalle piante, ai sistemi leggeri per la coltivazione di orti su superfici verticali; dalle “case-albero” grandi come isolati di città agli edifici civili che si “collegano” ai sistemi di gestione dell’acqua esistenti, il volume esplora 70 tra i principali progetti di integrazione tra architettura e natura in un manifesto di un’architettura urbana biologicamente vigile.
In questo contesto viene preso in considerazione il Bosco Verticale, l’edificio-prototipo di una nuova architettura della biodiversità, che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi. Il progetto prevede in media due alberi, otto arbusti e quaranta altre piante per abitante. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana. Il progetto è così anche un dispositivo per limitare lo sprawl delle città indotto dalla ricerca del verde (ogni torre equivale a circa 50.000 mq di case unifamiliari). Al contrario delle facciate “minerali” in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull’ambiente.
Inoltre le due torri promuovono la formazione di un ecosistema urbano in grado di essere abitato da uccelli e insetti: con una stima iniziale che suggerisce la presenza di circa 1.600 esemplari di uccelli e farfalle, il Bosco Verticale è diventato una calamita per la ricolonizzazione della natura in città.