A due anni dalla terribile notte del 24 Agosto 2016, Amatrice ricorda e guarda avanti, al futuro dei suoi giovani attraverso gli occhi e i progetti di altri giovani, studenti della Scuola di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano.
Il Recontruction Lab Amatrice, guidato da Stefano Boeri e dai suoi collaboratori Jacopo Abbate, Rossella Ferorelli, Martina Mitrovic, Azzurra Muzzonigro e Livia Shamir, ha visto 80 studenti provenienti da tutto il mondo impegnati in visite e sopralluoghi ai luoghi del sisma e nella redazione di 15 progetti che delineano altrettante diverse visioni sul futuro sviluppo di Amatrice.
“Tutto svolto con un entusiasmo davvero eccezionale”, spiega Boeri.
Ritracciare la mappa del ricordo è indubbiamente il punto di partenza, il secondo passo è quello di creare una nuova geografia, che tenga conto delle trasformazioni avvenute in seguito al sisma da una parte e che individuino i processi sociali, culturali, demografici che ne potrebbero essere la conseguenza dall’altra.
L’obiettivo ultimo dare forma alla visione futura; così il progetto Bag segue la Natura e i suoi cicli produttivi integrandoli con il tessuto urbano e individua nell’agricoltura il motore per un turismo ecosostenibile, coinvolgendo il centro storico, immaginando serre e un orto botanico a cielo aperto. Ecotone reinterpreta Amatrice ribaltando gli ecosistemi: strade, piazze e aree aperte diventano interni, mentre case e negozi diventano spazi pubblici. Nature Matters propone la ricostruzione del suolo naturale e del paesaggio: con gli edifici rimasti in piedi che entrano nel tracciato cittadino. Slow City ipotizza strutture leggere sulle forme antiche che dalla fase di emergenza traghettino Amatrice a una nuova linea territoriale, moltiplicando i luoghi di aggregazione. The Green Valley indica l’opportunità verde da sviluppare attraverso la creazione di un grande parco ad integrazione del borgo distrutto che interagisca con i luoghi della vita sociale: scuole, mercati, esposizioni.
Stefano Boeri dà così nuova linfa vitale e immette nuove energie in un territorio che conosce bene e dove ha già lavorato progettando il grande Polo del Gusto, realizzato grazie ai fondi donati dai lettori del Corriere della Sera e dai telespettatori del TgLa7 e grazie al lavoro delle imprese della Filiera del legno friulana, e dove ha appena presentato il nuovo progetto con Casa del Futuro – Centro Studi Laudato Sì per il recupero e la rifunzionalizzazione del Complesso Don Minozzi in collaborazione con le Comunità Laudato Si’ e Slowfood.