All’interno del 164esimo numero della rivista di architettura internazionale Arketipo è incluso un saggio di Stefano Boeri intitolato “Quello che non sappiamo di non sapere”, riprendendo il titolo della XXIII Esposizione Triennale di Milano.
Partendo infatti dai temi trattati durante la XXIII Triennale, l’articolo analizza le sfide architettoniche e urbane contemporanee, cercando di trovare delle risposte nel superamento della divisione netta tra sfera umana e naturale, con l’obiettivo di integrare la natura vivente e il verde negli edifici, nelle città e nelle vite di tutti.
“La sfera dell’umano e quella della naturalità non sono più in questa prospettiva due forme per realizzare una geografia delle specie viventi sul pianeta, ma piuttosto una fenomenologia del vivente, in tutte le sue forme. Guardare oggi, come alcuni di noi fanno, a una nuova alleanza tra foreste e città non significa solo dunque reimpostare un equilibrio tra umano e naturale, tra umani e alberi, tra noi e loro, ma scoprire finalmente l’altro dentro di noi; e finalmente accettarlo. Significa ripensare alle città come fenomeni naturali, alle foreste come manifestazioni culturali di una tecnologia che consideriamo priva di cultura semplicemente perché non l’abbiamo creata noi e non la conosciamo. Foreste e città, ma potremmo dire anche oceani e città, non sono mondi speculari ma forme diverse della vita; manifestazioni di quella ecologia integrale che, tra gli altri, anche Papa Francesco cita come prospettiva fertile sul mondo contemporaneo. Una prospettiva che oggi ci è lontana, ma che pur in alcuni periodi è stata parte della storia stessa dell’arte occidentale, anticipando di secoli le opportune, contemporanee, consapevolezze.” dichiara Stefano Boeri.