Progetto pilota di un’iniziativa di Slow Food, Slow Village – progettato da Stefano Boeri Architetti – è interpretazione architettonica e funzionale di una più ampia visione che vuole supportare l’economia agricola della campagna cinese per valorizzarne prodotti e cultura. Un’infrastruttura capillare di epicentri che racchiudono tre funzioni principali: un museo, una biblioteca e una scuola. Incubatori di conoscenza e condivisione dei valori locali, permettono ai contadini di investire nel futuro dei territori rurali invece che abbandonarli per approdare nelle sovraffollate realtà urbane.
La proposta vuole offrire dei luoghi di promozione culturale, sociale ed economica di quella miriade di comunità rurali cinesi che oggi soffrono i numeri delle migrazioni verso la città. “Dimentichiamo facilmente che le aree rurali producono la sostenibilità delle nostre vite quotidiane. E’ una necessità inevitabile che l’architettura si confronti con la velocità evolutiva del presente seppur confrontandosi con la ricchezza del passato. Per questa ragione, abbiamo proposto di valorizzare i villaggi agricoli con un sistema di piccoli ma preziosi catalizzatori di cultura locale, in grado di migliorare la vita dei residenti”, spiega Stefano Boeri a Shanghai durante un incontro con Anhua Chen, Project Leader di Slow Villages Cobuilding.
Un programma di collaborazione tra politica, gastronomia, cultura e società che interpretano il progetto architettonico come strumento territoriale in grado di assorbire la ricchezza locale e di riattivare il patrimonio delle realtà rurali in Cina.