Il Corriere della Sera dedica un articolo di Maurizio Giannattasio al decimo anniversario del Bosco Verticale di Milano (Boeri Studio), completato nel 2014 nel quartiere di Porta Nuova.
L’articolo descrive la genesi e le fasi realizzative del progetto, composto da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti).
Nell’articolo viene anche presentato il volume che ripercorre la storia del progetto, Bosco Verticale. Morphology of a Vertical Forest, curato da Stefano Boeri Architetti, edizione Rizzoli.
In questi dieci anni, il Bosco Verticale è diventato un simbolo della città di Milano, un’icona dell’architettura verde e ha allargato il suo perimetro tanto da diventare un’immagine popolare. Appare nella serie della Bbc «Planet Earth II», di Sir David Attenborough. Lo si vede nelle pubblicità della 500 elettrica, sullo sfondo di una città del futuro alle spalle di Leonardo Di Caprio. È il protagonista dell’episodio dedicato ai grattacieli sostenibili nella serie Netflix The Future of. L’immagine è stata reinventata da marchi come Gallo o Lego. «Ma il momento in cui ho capito che il Bosco verticale sarebbe diventato popolare — dichiara Stefano Boeri — non è stato quando ha vinto il premio per il miglior grattacielo del mondo, ma quando ho ricevuto le tavole di Dylan Dog e Groucho che guardavano perplessi quella bizzarra casa per alberi, umani e uccelli».
Per leggere l’articolo completo: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/24_novembre_25/il-bosco-verticale-compie-10-anni-quel-nuovo-simbolo-di-milano-con-200-copie-nel-mondo-che-insidia-il-duomo-cab548cd-36ba-402f-bf93-f021fa3dexlk.shtml?refresh_ce