All’interno dell’ottavo numero del 2024 della rivista eco, pubblicazione mensile che tratta temi legati principalmente all’economia, viene pubblicato un testo di Stefano Boeri dal titolo La città del futuro è un arcipelago.
Storicamente luogo di emancipazione e libertà, oggi le città diventano sempre più verticali e sempre più dense. Aumentano le esternalità e i conflitti di interesse, il che rende al contempo più necessario e più difficile l’intervento pubblico. Una sfida per le amministrazioni locali, ma anche per i governi nazionali.
In questo contesto il contributo di Stefano Boeri si concentra sulle due sfide interconnesse – che troppo spesso si tende a considerare separate – che le città europee e non solo si troveranno ad affrontare in un futuro non troppo lontano: il cambiamento climatico e la polarizzazione sociale. Entrambe sono strettamente legate al ruolo delle città. che andrebbero ripensate secondo il modello della città arcipelago e puntando sulla rivitalizzazione dei borghi.
Non si vuole proporre il modello di un borgo medioevale, quanto piuttosto ridefinire il concetto di “borgo urbano”, nel senso di una zona con un’elevata autonomia di funzioni che permetta a ciascuno di poter accedere al commercio minuto, alla scuola, alle istituzioni culturali, ai servizi sanitari – entro un raggio spaziale di 500 metri e in un raggio temporale (come suggerito dall’urbanista Carlos Moreno) di quindici-venti minuti. A piedi o al massimo in bicicletta.
Il modello a cui si fa rifermento è quello della “città arcipelago”: una città fatta di borghi urbani autosufficienti nelle funzioni essenziali (anche dal punto di vista energetico) e interconnessi e abbracciati da un “mare comune” di reti di connessione verdi.
Per leggere il numero completo: https://www.rivistaeco.com/prodotto/le-citta-celesti/